Danno da dequalificazione nel settore delle telecomunicazioni
La Corte appello di Roma con la sentenza n. 23/2016 ha condannato le società O.N.V. ed E.I. SpA in solido, a risarcire il danno professionale arrecato ai propri dipendenti, tecnici on field, che si erano visti unilateralmente sottrarre mansioni tecniche qualificanti.
La misura del risarcimento è stata equitativamente calcolata sulla base del 30% della retribuzione globale di fatto goduta durante tutto il periodo di dequalificazione.
Così il collegio romano spiega le ragioni del risarcimento dovuto ai lavoratori : “In punto di demansionamento e di danno alla professionalità, va evidenziata la perdita – già da giugno 2010 – della parte più qualificante delle mansioni alle quali gli appellanti erano originariamente adibiti, che implicava uso di conoscenze tecnico-specialistiche e, quindi, necessità di formazione continua in relazione alla notoria evoluzione tecnologica degli impianti di telecomunicazioni. Inoltre, dalla fase “creativa” dell’impianto, ivi compresa la responsabilità per il relativo collaudo, essi sono passati ad occuparsi solo di manutenzione, peraltro limitata al solo profilo esecutivo, sulla base di ordini dettagliati provenienti da terzi, con privazione, dunque, di quell’autonomia decisionale prima posseduta, soprattutto in relazione all’analisi del problema tecnico, alla diagnosi del guasto, nonché all’individuazione dell’intervento più appropriato. Atteso questo particolare know how, del tutto perduto, e in considerazione della durata di questo evidente impoverimento (quantitativo e qualitativo) delle mansioni, sussistono indizi gravi, precisi e concordanti che dimostrano il danno alla professionalità in termini patrimoniali, da liquidare equitativamente come in dispositivo.”.
(a cura dell’avv. Ernesto Maria Cirillo)